Il caso a favore (e contro) il mantenimento di più strumenti di collaborazione

Nel mondo della tecnologia di collaborazione sta emergendo un secolare dibattito nell’IT sull’opportunità di optare per il software “best-of-breed” o di optare per una piattaforma universale.
I professionisti IT sono prevalentemente inclini a favorire il consolidamento attorno a una singola app o suite rispetto al supporto di più strumenti perché è più facile distribuire, gestire e garantire un ambiente di lavoro sicuro, afferma Ra煤l Casta帽贸n-Mart铆nez, analista senior presso 451 Research . Ma c’è un forte motivo per consentire ai lavoratori di utilizzare lo strumento migliore per il lavoro e questo potrebbe significare qualcosa di diverso per un team di marketing rispetto a un gruppo di sviluppatori.
“Negli ultimi anni abbiamo assistito a un notevole cambiamento in termini di proprietà, il che significa che i dipendenti si sentono più responsabilizzati e sono più espliciti e proattivi riguardo agli strumenti che utilizzano per il lavoro”, afferma Casta帽贸n-Mart铆nez. Questa dinamica porta alcune organizzazioni a supportare più app per lo stesso scopo, ad esempio consentendo sia Slack che Microsoft Teams per la chat di gruppo. Ciò crea sovrapposizioni e ulteriori sfide per l’IT.
L’adozione di un approccio all-in-one comporta vantaggi reali e costantemente comprovati per le aziende, ma la rigidità non è sempre la strategia migliore per la forza lavoro di oggi. Bilanciare i desideri degli utenti con considerazioni a livello aziendale sulla sicurezza, la produttività e l’onnipresente necessità di acquisire e generare valore dai dati interni richiede una mente aperta con un tocco di empatia.
Vantaggi della flessibilità
Gli strumenti di collaborazione sono “il coordinamento e l’interfaccia di esseri umani, processi e dati”, afferma il CIO di Los Angeles Ted Ross. Il suo negozio IT, che utilizza principalmente G Suite, supporta 41 dipartimenti cittadini che comprendono circa 40.000 dipendenti.
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